Dagli Adware ai Ransomware: come i Black Hat monetizzano i virus

Nel vasto e oscuro panorama della cybercriminalità, una delle principali motivazioni dei black hat hacker è il guadagno economico. Per raggiungere questo obiettivo, utilizzano diverse tecniche che sfruttano la distribuzione di malware. In particolare, adware e ransomware rappresentano due estremi dello stesso spettro: entrambi sono strumenti per fare soldi, ma con approcci e intensità molto diverse. Analizziamo come queste tattiche vengano utilizzate per monetizzare i virus informatici.

Una persona con una felpa nera e una maschera sta usando un laptop, circondata da grafiche digitali di lucchetti e codice, che simboleggiano i temi della sicurezza informatica e dell'hacking. Lo sfondo è pieno di numeri luminosi e icone tecnologiche.

Adware: il guadagno “silenzioso” della pubblicità forzata

L’adware, abbreviazione di advertising software, è un tipo di malware progettato per inondare gli utenti di pubblicità indesiderata. Non sempre distruttivo, l’adware si inserisce spesso nei dispositivi dell’utente in modo subdolo, sfruttando:

  • Applicazioni gratuite: software apparentemente innocui che includono adware come parte del pacchetto di installazione.
  • Siti web non sicuri: download automatici o richieste di autorizzazioni poco chiare.
  • Phishing: link che inducono l’utente a scaricare un file infetto.

Come monetizzano gli hacker con gli adware?

Gli adware generano guadagni attraverso:

  • Click fraudolenti: l’adware forza gli utenti a cliccare su annunci, spesso legati a sistemi di pay-per-click.
  • Redirect a siti affiliati: il malware reindirizza il traffico degli utenti verso siti specifici che pagano gli hacker per ogni visita.
  • Vendita di dati: alcuni adware raccolgono informazioni sugli utenti, come cronologia di navigazione o abitudini online, e le rivendono a inserzionisti o data broker.

Anche se il guadagno per ogni utente è basso, il sistema diventa estremamente redditizio quando viene applicato su larga scala, infettando milioni di dispositivi.

Ransomware: la monetizzazione tramite il ricatto

Se l’adware opera a basso rischio per gli hacker, il ransomware è la tattica aggressiva e ad alto impatto. Questo tipo di malware crittografa i dati dell’utente o blocca completamente il dispositivo, chiedendo un riscatto in denaro (solitamente in criptovalute come Bitcoin) per ripristinare l’accesso.

Evoluzione del ransomware

Il ransomware si è evoluto rapidamente negli ultimi anni:

  • Ransomware-as-a-Service (RaaS): piattaforme che permettono anche a criminali senza competenze tecniche avanzate di lanciare attacchi ransomware, dividendo i profitti con gli sviluppatori del malware.
  • Double extortion: oltre a crittografare i dati, i black hat minacciano di pubblicare le informazioni rubate online se il riscatto non viene pagato.
  • Target mirati: le vittime non sono più solo utenti comuni, ma anche aziende, ospedali e infrastrutture critiche, dove il danno economico può essere devastante.

Quanto guadagnano i black hat con i ransomware?

I guadagni derivanti dal ransomware sono enormi. Secondo recenti analisi, i pagamenti medi per riscatto variano da 50.000 a oltre 1 milione di dollari per le grandi organizzazioni. Nel 2022, si stima che il solo ransomware abbia generato un mercato globale illecito di oltre 20 miliardi di dollari.

Adware vs Ransomware: Due facce della stessa medaglia

Sebbene gli adware e i ransomware abbiano approcci molto diversi, condividono un obiettivo comune: monetizzare il crimine informatico. Tuttavia, le differenze sono evidenti:

CaratteristicaAdwareRansomware
Modalità di attaccoPubblicità invasiva e silenziosaBlocco o crittografia dei dati
Guadagno per vittimaBassoMolto alto
Rischio per l’hackerMinimoAlto (spesso coinvolgimento delle autorità)
Vittime principaliConsumatori comuniGrandi organizzazioni e individui

Le tattiche di diffusione dei malware

Per diffondere sia adware che ransomware, i black hat utilizzano tecniche simili, tra cui:

  • Email di phishing: invio di messaggi fraudolenti che inducono l’utente a cliccare su link o scaricare file infetti.
  • Exploit kit: strumenti automatici che sfruttano vulnerabilità nei software per installare il malware senza che l’utente se ne accorga.
  • Campagne di malvertising: pubblicità malevole distribuite su siti web legittimi.

Ulteriori informazioni:

Le tattiche di monetizzazione dei malware riflettono l’evoluzione della cybercriminalità, sempre più sofisticata e orientata al guadagno. Per gli utenti e le organizzazioni, proteggersi significa adottare un approccio proattivo:

  • Utilizzare software antivirus aggiornati.
  • Prestare attenzione ai link sospetti.
  • Effettuare backup regolari dei dati.

Il mondo degli hacker black hat è in continua evoluzione, ma con consapevolezza e precauzioni è possibile ridurre il rischio di cadere vittima delle loro trappole.