Nel vasto panorama della sicurezza informatica, alcune minacce si distinguono non per la loro forza bruta, ma per la loro capacità di nascondersi in bella vista. I rootkit e le backdoor sono tra le più insidiose: invisibili, persistenti e spesso sottovalutate. Ma cosa sono davvero? E perché dovrebbero interessarti, anche se non sei un esperto?
Rootkit: il mantello dell’invisibilità:
Un rootkit è un insieme di strumenti progettati per nascondere la presenza di malware o attività malevole all’interno di un sistema. Il termine deriva da “root”, il livello più alto di accesso in un sistema Unix/Linux, e “kit”, ovvero il pacchetto di strumenti. In pratica, un rootkit può:
- Nascondere file, processi e chiavi di registro
- Intercettare chiamate di sistema
- Alterare il comportamento del sistema operativo
Il vero pericolo? Una volta installato, un rootkit può rendere invisibile qualsiasi altra minaccia, come trojan, spyware o keylogger. È come avere un ladro in casa che riesce a disattivare le telecamere e cancellare le sue tracce.

Backdoor: la porta sul retro che nessuno controlla
Una backdoor è un accesso nascosto a un sistema, creato intenzionalmente o sfruttato da un attaccante. Può essere inserita da sviluppatori per motivi di debug (pratica altamente sconsigliata) o da cybercriminali per mantenere il controllo su un dispositivo compromesso.
Le backdoor possono essere:
- Software: integrate in applicazioni o firmware
- Hardware: presenti in chip o dispositivi fisici
- Remote: attivabili da un server esterno
Una volta aperta, la backdoor consente all’attaccante di entrare nel sistema senza autenticazione, spesso bypassando firewall e antivirus.
Perché sono così pericolose?
La combinazione di rootkit e backdoor è letale. Il rootkit nasconde la presenza della backdoor, mentre quest’ultima garantisce accesso continuo al sistema. Questo permette agli attaccanti di:
- Rubare dati sensibili (password, documenti, foto)
- Spiare attività online e offline
- Usare il dispositivo come base per attacchi ad altri sistemi
E tutto questo può avvenire senza che l’utente se ne accorga.
Come difendersi?
Da ethical hacker, il mio primo consiglio è: consapevolezza. Sapere che queste minacce esistono è il primo passo. Poi:
Mantieni aggiornati sistema operativo e software
- Usa antivirus e antimalware avanzati con capacità di rilevamento comportamentale
- Monitora attività sospette: rallentamenti, processi ignoti, traffico di rete anomalo
- Usa sistemi di controllo dell’integrità (come Tripwire)
- Evita software pirata e fonti non ufficiali
Il ruolo dell’ethical hacker:
Come ethical hacker, il mio compito non è solo scovare vulnerabilità, ma anche educare. Le minacce invisibili non si combattono solo con il codice, ma con la cultura della sicurezza. Ogni utente, dal gamer al professionista, ha il diritto (e il dovere) di proteggere i propri dati.

