Zero Trust: Difendersi dal phishing nelle grandi aziende

l phishing è ancora oggi una delle minacce più sottovalutate e al tempo stesso più efficaci nel panorama della sicurezza informatica. Ma non stiamo più parlando delle classiche email scritte male con il principe nigeriano che chiede soldi. Oggi il phishing si è evoluto. È mirato, credibile e, soprattutto, usa tecniche avanzate per ingannare anche i dipendenti più attenti.

Le grandi aziende, con team di sicurezza e infrastrutture sofisticate, dovrebbero essere protette. Eppure, spesso cadono vittime di attacchi perché l’anello debole rimane sempre lo stesso: l’essere umano.

Per affrontare questa minaccia, il modello di sicurezza chiamato Zero Trust sta diventando lo standard di riferimento. Ma cos’è esattamente? E come può aiutare a proteggere anche dalle forme più avanzate di phishing?

Zero Trust: Cos’è e come funziona

Zero Trust significa letteralmente “fiducia zero”. È un approccio alla sicurezza informatica che si basa su un principio semplice ma potente: non fidarti mai, verifica sempre. In pratica, nessun utente, dispositivo o applicazione viene considerato affidabile per impostazione predefinita, nemmeno se già dentro la rete aziendale.

In passato, la sicurezza aziendale si basava su un modello “a castello”: costruivi muri (firewall) intorno alla rete, e chi era dentro era considerato sicuro. Oggi però questo modello non funziona più: i dipendenti lavorano da remoto, usano dispositivi personali, accedono a servizi cloud. Il confine tra “dentro” e “fuori” semplicemente non esiste più.

Zero Trust ribalta il paradigma. Ogni richiesta di accesso deve essere verificata in base a vari fattori: identità dell’utente, stato del dispositivo, localizzazione, orario, comportamento abituale. Solo se tutti questi elementi sono coerenti, l’accesso viene concesso – e anche in quel caso, in modo limitato al minimo necessario (principio del “least privilege”).

Phishing avanzato: perché è ancora così efficace

Gli attacchi di phishing moderni non si limitano a chiedere password. Spesso imitano alla perfezione portali di login aziendali, sfruttano domini molto simili a quelli originali e possono addirittura includere conversazioni email reali, rubate in precedenza.

In molti casi, l’obiettivo non è solo rubare una password, ma ottenere l’accesso a un sistema per poi muoversi lateralmente, accumulando privilegi e informazioni sensibili fino a colpire nel punto più critico dell’azienda: database, file riservati, sistemi di controllo.

Ed è proprio qui che Zero Trust fa la differenza.

Come Zero Trust riduce il rischio phishing

Con una strategia Zero Trust ben implementata, anche se un attaccante riesce a rubare le credenziali di un dipendente, non è detto che riesca a fare danni. Ecco perché:

  • Verifica continua: anche dopo il login, ogni azione viene monitorata. Se qualcosa sembra anomalo (es. accessi da paesi insoliti, orari strani, download massicci), l’utente viene bloccato o viene richiesto un nuovo step di verifica.
  • Controllo dei dispositivi: se il login avviene da un dispositivo non conforme (es. senza antivirus o non aggiornato), l’accesso viene negato o limitato.
  • Accesso minimo necessario: anche un utente legittimo può accedere solo alle risorse essenziali per il proprio ruolo. Questo limita i danni in caso di compromissione.
  • Segmentazione della rete: la rete aziendale viene divisa in zone indipendenti, così che un attaccante non possa muoversi liberamente al suo interno.

Un cambiamento culturale, non solo tecnico

Adottare Zero Trust non è solo questione di tecnologia. È un vero cambiamento culturale. Le aziende devono investire anche in formazione del personale, affinché ogni dipendente diventi parte attiva nella difesa contro il phishing.

Inoltre, serve una governance chiara, strumenti automatizzati di verifica e una strategia a lungo termine. Non è una soluzione “plug-and-play”, ma i vantaggi sono concreti e misurabili: minore rischio di attacchi, danni contenuti, conformità a normative sempre più stringenti.

Ulteriori informazioni:

Il phishing è destinato a rimanere una minaccia per tutte le aziende, grandi o piccole. Ma con l’approccio giusto, come quello Zero Trust, è possibile trasformare un punto debole – l’accesso umano – in un punto di forza.

Zero Trust non è solo una moda: è una necessità per chi vuole davvero mettere la sicurezza al centro.

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