Il governo degli Stati Uniti ha recentemente intensificato le misure contro NSO Group, l’azienda israeliana produttrice dello spyware Pegasus, imponendo restrizioni che segnano un punto di svolta nella regolamentazione globale degli strumenti di sorveglianza digitale. Per chi opera nel campo della cybersecurity, questo è un momento cruciale per riflettere su cosa significhi davvero “controllo” in un’epoca di sorveglianza transnazionale.

Cos’è Pegasus e perché è pericoloso?
Pegasus è uno spyware avanzato progettato per infiltrarsi in smartphone iOS e Android, spesso senza alcuna interazione da parte dell’utente. Una volta installato, consente l’accesso completo a messaggi, email, fotocamera, microfono e posizione GPS. Il suo impiego è stato documentato in operazioni contro giornalisti, attivisti e oppositori politici in diversi paesi, sollevando gravi preoccupazioni etiche e legali.
Dal punto di vista tecnico, Pegasus sfrutta vulnerabilità zero-click e zero-day, bypassando sandbox e meccanismi di sicurezza nativi. Per un ethical hacker, è un esempio estremo di ciò che può accadere quando l’exploit development viene messo al servizio della sorveglianza statale senza limiti.
La stretta degli Stati Uniti
Il Dipartimento del Commercio USA ha inserito NSO Group nella Entity List, una sorta di blacklist commerciale che limita l’accesso a tecnologie americane. Questo significa che NSO non può più acquistare hardware o software da aziende statunitensi senza una licenza speciale. Inoltre, il Congresso ha avviato discussioni per vietare l’uso di spyware commerciale da parte di agenzie federali.
Questa mossa non è solo simbolica: rappresenta un tentativo concreto di frenare l’espansione di un mercato opaco e pericoloso. Per chi lavora nella sicurezza informatica, è un segnale che la governance tecnologica sta finalmente cercando di recuperare terreno rispetto alla corsa agli armamenti digitali.
Implicazioni per la comunità hacker etica
La repressione di Pegasus da parte degli USA solleva domande fondamentali:
- Chi controlla gli strumenti di sorveglianza?
- Come si definisce il confine tra sicurezza nazionale e violazione dei diritti umani?
- Qual è il ruolo degli ethical hacker nel monitorare e denunciare abusi?
Come professionisti della sicurezza, non possiamo limitarci a difendere sistemi: dobbiamo anche contribuire a costruire una cultura della trasparenza e della responsabilità. Analizzare il comportamento di spyware come Pegasus ci permette di anticipare minacce, educare gli utenti e proporre soluzioni robuste.
Difendersi: approccio tecnico e didattico
Pegasus è progettato per essere invisibile, ma ci sono contromisure che possiamo adottare:
- Aggiornamenti costanti del sistema operativo: molti exploit zero-day vengono corretti rapidamente.
- Monitoraggio del traffico di rete: strumenti come Wireshark o Zeek possono rilevare anomalie.
- Analisi forense mobile: con strumenti come Cellebrite o MOBILedit, è possibile identificare tracce di compromissione.
- Educazione continua: utenti consapevoli sono meno vulnerabili a phishing e social engineering, spesso vettori iniziali di infezione.
Come ethical hacker, il nostro compito è anche didattico: dobbiamo tradurre complessità tecniche in conoscenza accessibile, promuovendo una cittadinanza digitale attiva.
Sorveglianza e sovranità digitale
La vicenda Pegasus evidenzia una tensione crescente tra sovranità digitale e interdipendenza tecnologica. NSO Group ha operato in un contesto di deregulation globale, vendendo a governi con scarse garanzie democratiche. La risposta degli USA è un tentativo di riaffermare un controllo normativo, ma resta da vedere se sarà efficace a livello internazionale.
Per chi sviluppa plugin, firmware o strumenti diagnostici, come nel mio caso, è essenziale garantire che ogni componente sia trasparente, auditabile e rispettoso della privacy. La modularità e la documentazione non sono solo buone pratiche: sono atti politici contro l’opacità.
Ulteriori informazioni:
La stretta su Pegasus è un passo nella giusta direzione, ma non basta. Serve una coalizione globale di professionisti, ricercatori e cittadini per costruire un ecosistema digitale sicuro e giusto. Come ethical hacker, abbiamo il dovere di vigilare, educare e innovare con responsabilità.
Pegasus ci ricorda che la tecnologia è neutra solo in apparenza: dipende da come la usiamo, da chi la controlla e da quali valori la guidano. La vera sicurezza non è solo tecnica — è etica, trasparente e condivisa.

