Nel panorama europeo della sorveglianza digitale, il 2025 segna una svolta cruciale: la Germania ha ufficialmente bloccato l’adozione del regolamento noto come “Chat Control 2.0”, una proposta della Commissione Europea che mirava a introdurre la scansione automatica dei contenuti privati nelle comunicazioni digitali. Per chi opera nel campo della sicurezza informatica e dell’etica hacker, questa decisione rappresenta un punto di rottura tra la tutela della privacy e le ambizioni normative di sorveglianza preventiva.

Cos’è Chat Control 2.0?
Il regolamento, formalmente denominato “Regolamento per la prevenzione e il contrasto dell’abuso sessuale sui minori”, prevedeva l’obbligo per piattaforme di messaggistica, email e cloud storage di implementare sistemi di scansione automatica dei contenuti, anche crittografati, alla ricerca di materiale pedopornografico o comportamenti sospetti. In pratica, si sarebbe imposto un sistema di sorveglianza preventiva su tutte le comunicazioni digitali, con impatti devastanti sulla crittografia end-to-end e sulla riservatezza dei dati.
Da un punto di vista tecnico, Chat Control 2.0 avrebbe richiesto l’introduzione di client-side scanning (CSS), ovvero algoritmi che analizzano i contenuti direttamente sul dispositivo dell’utente prima che vengano cifrati. Questo approccio, già criticato da esperti di sicurezza come Bruce Schneier e Edward Snowden, mina le fondamenta della crittografia moderna e apre la porta a vulnerabilità sistemiche.
La posizione della Germania
Il governo tedesco ha espresso un veto formale alla proposta, bloccandone l’approvazione in sede di Consiglio UE. Le motivazioni sono chiare: il regolamento viola il principio di proporzionalità, compromette la sicurezza informatica e introduce una sorveglianza di massa incompatibile con la Costituzione tedesca. In particolare, il Ministero della Giustizia ha evidenziato come la scansione indiscriminata dei contenuti privati sia equiparabile a una perquisizione senza mandato.
Dal punto di vista giuridico, la Germania si è appellata alla sentenza della Corte di Giustizia dell’UE del 2020, che ha dichiarato illegittima la conservazione generalizzata dei dati senza sospetto individuale. Chat Control 2.0, nella sua forma attuale, avrebbe violato questo principio, estendendo la sorveglianza a tutti i cittadini europei.

Implicazioni per la sicurezza informatica
Per chi lavora nel campo della cybersecurity, il blocco tedesco è una vittoria tecnica e morale. L’introduzione di CSS avrebbe creato nuovi vettori di attacco, rendendo i dispositivi vulnerabili a exploit, backdoor e manipolazioni da parte di attori malevoli. Inoltre, avrebbe reso impossibile garantire la riservatezza delle comunicazioni, compromettendo strumenti fondamentali come Signal, ProtonMail e Threema.
Dal punto di vista dell’hacker etico, Chat Control 2.0 rappresentava una minaccia alla trasparenza, alla verifica indipendente e alla sicurezza decentralizzata. La scansione client-side, per sua natura, è opaca e non verificabile dall’utente: non è possibile sapere cosa viene analizzato, come vengono gestiti i falsi positivi, né chi ha accesso ai risultati. Questo contrasta con i principi di auditabilità e controllo locale che guidano lo sviluppo di software sicuro.

Il ruolo della comunità hacker
La mobilitazione contro Chat Control 2.0 ha visto un’ampia partecipazione della comunità hacker europea. Organizzazioni come Chaos Computer Club (CCC), Digitalcourage e European Digital Rights (EDRi) hanno pubblicato analisi tecniche, simulazioni di impatto e campagne di sensibilizzazione. Anche singoli ethical hacker hanno contribuito con reverse engineering, test di vulnerabilità e dimostrazioni pratiche dei rischi associati alla scansione client-side.
Questa sinergia tra competenza tecnica e attivismo ha dimostrato come l’etica hacker possa influenzare le politiche pubbliche, proteggendo i diritti digitali attraverso la verifica, la documentazione e la divulgazione. Il veto tedesco non è solo una decisione politica, ma il risultato di una pressione informata e strutturata.
Cosa succede ora?
Con il veto tedesco, Chat Control 2.0 non può essere approvato nella sua forma attuale. La Commissione dovrà rivedere il testo, bilanciando la protezione dei minori con il rispetto della privacy e della sicurezza informatica. Alcuni Stati membri, come Austria e Paesi Bassi, hanno già espresso dubbi simili, mentre altri continuano a sostenere la proposta.
Per gli ethical hacker, il lavoro non è finito. È necessario monitorare le future revisioni, testare le implementazioni tecniche e continuare a educare il pubblico sui rischi della sorveglianza preventiva. La sicurezza non si ottiene violando la privacy, ma rafforzando gli strumenti di protezione, audit e responsabilità.

