Nel 2025, la percezione che i dispositivi Apple siano immuni da malware è ancora molto diffusa, ma purtroppo è anche profondamente sbagliata. In qualità di ethical hacker, posso affermare con assoluta certezza che nessun sistema operativo, incluso macOS o iOS, è davvero invulnerabile. Anzi, proprio la falsa sensazione di sicurezza può trasformarsi nel punto debole principale per utenti e aziende.

La sicurezza per design non è sufficiente:
Apple ha costruito una reputazione su una solida architettura di sicurezza, ma questa da sola non basta. Sebbene il sistema sia chiuso, controllato e regolarmente aggiornato, ciò non impedisce agli attori malevoli di trovare falle, sfruttare comportamenti umani o utilizzare tecniche avanzate per compromettere i dispositivi.
Il numero crescente di utenti Mac e iPhone ha reso l’intero ecosistema Apple un bersaglio sempre più interessante per i cybercriminali. Gli attacchi diventano più sofisticati e spesso mirati, sfruttando vulnerabilità note, bug non ancora risolti (zero-day), o semplicemente ingegneria sociale.
macOS: una realtà vulnerabile:
Il mito secondo cui “su Mac non serve l’antivirus” è ormai tecnicamente superato. Oggi, macOS è soggetto a diverse famiglie di malware, tra cui:
- Adware e spyware che monitorano l’attività online.
- Trojan mascherati da software legittimi.
- Ransomware, capaci di cifrare l’intero disco e chiedere un riscatto.
Un caso emblematico è la variante moderna di XLoader, un malware originariamente creato per Windows e poi adattato per macOS. Questo tipo di malware si diffonde tramite email con allegati infetti, file ZIP, o app contraffatte scaricate da siti apparentemente sicuri. Inoltre, nel 2025 abbiamo visto la comparsa di ransomware come MacRansomX, che sfrutta tecniche di cifratura avanzate, impedisce il riavvio sicuro e si maschera da processo di sistema, rendendo complessa la rimozione anche da parte di utenti esperti.
iOS: l’illusione della fortezza chiusa
Anche se iOS è notoriamente più “chiuso” rispetto ad Android, non è invincibile. Il caso di Pegasus, lo spyware sviluppato per il controllo remoto di iPhone senza necessità di interazione, è solo la punta dell’iceberg.
Nel 2025, altri malware simili si sono evoluti, sfruttando vulnerabilità non ancora corrette (zero-click) e riuscendo a:
- Intercettare conversazioni,
- Rubare password salvate,
- Registrare audio ambientale,
- Catturare screenshot o leggere notifiche criptate.
Molti di questi strumenti non lasciano tracce visibili. Le vittime spesso non si accorgono mai di essere state infettate, almeno fino a quando non subiscono un danno diretto: furto d’identità, truffe economiche o perdita di dati sensibili.
L’antivirus su macOS: oggi è necessario:
Contrariamente al mito, un antivirus su Mac e una protezione avanzata. Pensare che la sola architettura Apple possa garantire protezione è un errore strategico. Gli antivirus moderni non sono più “pesanti” o invasivi: sono intelligenti, leggeri e progettati specificamente per integrarsi nell’ecosistema Apple.
Le migliori soluzioni del 2025 includono:
- Rilevamento comportamentale (non solo su firme),
- Protezione in tempo reale contro ransomware,
- Analisi dei file in cloud e sandboxing,
- Controllo degli accessi e blocco degli script sospetti.
Inoltre, alcune suite offrono VPN, protezione Wi-Fi e monitoraggio delle fughe di dati, strumenti fondamentali in un’epoca in cui il furto digitale è quotidiano.
Ulteriori dettagli:
Consapevolezza e prevenzione:
Nel mondo della sicurezza informatica, l’unico sistema invulnerabile è quello spento e disconnesso. Ogni dispositivo – Apple incluso è potenzialmente vulnerabile, e la miglior difesa resta una combinazione di:
- Aggiornamenti costanti del sistema,
- Antivirus professionali e ben configurati,
- Comportamento digitale consapevole (niente clic su link sospetti, backup regolari, gestione sicura delle password),
- Formazione e cultura della sicurezza, anche per utenti privati.
Nel 2025, pensare che “su Mac non serva un antivirus” è come lasciare la porta aperta di casa perché abiti in un quartiere sicuro. Non si tratta di essere paranoici, ma di essere prudenti e consapevoli, soprattutto in un’era in cui i dati valgono più dell’oro.

